Cenni storici

Organi

Dal punto di vista prettamente organologico l’ organo a canne si presenta in tre tipologie principali, organo portativo, organo positivo e (gran) organo da chiesa.

Per organo portativo si intende lo strumento usato soprattutto tra il XIV e XV sec di 2 ottave c.a.( 24-32 note) normalmente suonato appoggiato sulla gamba sinistra del suonatore seduto su di una sedia dove con la mano sinistra aziona il mantice(posteriore allo strumento) e con la  mano destra pigia i tasti della tastiera. Di questi strumenti esiste una notevolissima testimonianza iconografica come affreschi, miniature, bassorilievi e xilografie mentre non ne sono arrivati esemplari originali.

L’ organo positivo è un tipo di organo soprattutto in uso in Italia dal XCI al XIX secolo. Il termine positivo deriva dalla caratteristica di essere uno strumento “posato” per terra a differenza del grande organo e normalmente in una chiesa si trova in posizione rialzata. L’ organo positivo italiano si presenta o con una forma ad armadio, sostanzialmente rettangolare di altezza compresa tra i due metri e mezzo e i tre metri, o ad “ALA” cioè a forma trapezioedale con il lato destro inclinato verso il basso, con una altezza massima su i due metri e mezzo. Spesso questo tipo di organo era posizionato nel presbiterio accanto all’ altare, spesso nelle chiese più piccole era posto in cantoria come unico organo della chiesa.
Attualmente sono arrivati a noi un numero molto ridotto di questi strumenti che erano diffusi praticamente in ogni chiesa d’ Italia soprattutto in quanto venduti da parte di preti non molto coscienziosi e consapevoli del valore artistico, storico e musicale di questi strumenti. In parte l’ alienazione degli organi positivi dalle chiese fu anche favorito dagli alti costi di manutenzione che questi strumenti richiedono e per questo sostituiti negli anni sessanta da tastiere elettroniche di uso e manutenzione più semplice.
Gli organi positivi erano costruiti con un numero compreso tra i 3 e gli 8 registri di cui il più importante(da cui anche il nome) è quello denominato “di principale” di otto piedi, serie di canne aperte di metallo con un suono brillante, presente ma non troppo forte e molto impiegato in Italia per l’ accompagnamento di voci e strumenti e per basso  basso contino.

Nell’ area geografica e culturale  germanica, a partire del XVII secolo si privilegia e si diffonde un tipo di organo positivo detto a “CASSAPANCA”, dal tedesco “Truhenorgel”, di forma rettangolare con altezze comprese tra m1 e 1,50. Questi strumenti risultano più bassi e compatti e, rispetto quelli italiani, con canne  di diametri inferiori, maggiore uso di canne tappate di legno, canne corte (che producono suoni acuti)  e maggiormente stipate, cioè raggruppate in modo da occupare meno spazio dentro la cassa.


Per via di queste caratteristiche costruttive un organo a cassapanca di solito ha complessivamente un suono più debole rispetto i positivi italiani anche se alcuni modelli hanno un gran numero di registri, anche fino a 6 e spesso la caratteristica disposizione del mantice in cima allo strumento. Di norma non è presente un registro principale di otto piedi ma bensì uno di canne tappate di legno detto “Gedackt” con un suono più cupo e dolce rispetto il registro di principale.   

L'ORGANO POSITIVO E IL BASSO CONTINUO

Fin dalla nascita del basso continuo l’organo a canne si evidenzia come strumento preferito e d’ elezione nell’esecuzione di questa pratica musicale di accompagnamento. Le prime musiche a stampa riportano chiaramente l’ indicazione dell’ uso dell’ organo per la realizzazione del basso continuo( pratica musicale di accompagnamento sia di voci che strumenti dove la realizzazione degli accordi alla tastiera è in larga misura demandata all’ estro improvvisativo del musicista che ha come indicazione una sola linea melodica per la mano sinistra oltre a dei numeri e simboli che gli suggeriscono il tipo di accordo da eseguire).

E’ comunemente accettata come data di nascita del basso continuo l’ edizione a stampa del 1602 a Venezia dell’ opera” Cento Concerti Ecclesiastici” di Ludovico Grossi da Viadana dove l’ autore fornisce nell’ introduzione dell’ opera le prime esaurienti annotazioni sulla pratica di esecuzione del basso continuo oltre alla chiara indicazione dell’ uso dell’ organo, indicazione che per tutta la prima metà del XVII sec. diventa quasi la norma tanto da far coincidere l’ espressione “Basso per l’ organo” con la parte musicale appositamente scritta per il la realizzazione del basso continuo.

La pratica del basso continuo si impone fin dalla fine del 1500 con una carica dirompente di innovità e rivoluzione estetica attraverso l’ opera di diversi musicisti quali Giovanni Croce, Adriano Banchieri, Emilio dè Cavalieri, Guido Caccini, Jacopo Peri, musicisti che pur nelle loro diversità si accomunano tutti nella preferenza dell uso degli accordi del basso continuo come pratica di accompagnamento della monodia dando anche ulteriori indicazioni e possibilità per quanto riguarda lo strumento da impiegare in questa pratica. Strumenti musicali come la Tiorba, il Clavicembalo, organo Regale, l’ Arpa tripla oltre a strumenti di sostegno quali il Violoncello, la Viola da Gamba, il Trombone, il Violone il Fagotto.

Dalla metà del XVII sec. si matura una differenziazione nell’ uso del basso continuo che prevede l’ impiego del” Organo per il repertorio definito da “Chiesa” e il Clavicembalo per quello da “Camera”, differenziazione che perdureà fino alla fine del 1700 arrivando ad abbracciare il repertorio operistico e quello delle cantate sacre.

La scelta dell’ organo quale strumento di accompagnamento di basso continuo deve tenere conto degli aspetti tecnici, sonori, storici, stilistici e degli strumenti impiegati nel repertorio che si vuole eseguire.
L’ organo è forse lo strumento musicale che più d’ ogni altro ha conservato intatto nei secoli  le sue caratteristiche sonore e timbriche e proprio per questo può essere preso come modello di riferimento nella riproposizione della musica antica.

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Massimo Cialfi